Lettere di corsa

Sempre di corsa

E' dura senza di voi, miei cari, per tanto tempo, ma è la vita, la nostra vita...

Bruno Solmi nasce nel 1927 a Torre Maina di Maranello. Nel primo dopoguerra, dopo qualche mese passato sui monti come partigiano, entra a far aprte della prima squadra corse Ferrari come cambista. In vent'anni di viaggi a seguito delle corse ha lasciato un enorme patrimonio di lettere, foto, cartoline, appunti e oggetti raccolti, oltre alle memorie dei suoi racconti, che io qui voglio condividere.

Enrico Solmi

Tra due miti: Musso e Ferrari

Tra due miti: Musso e Ferrari
1954

giovedì 30 dicembre 2010

Postfazione di Luca Badoer

SE LASCI LA PISTA NON SMETTI DI CORRERE

Sfoglio il libro Lettere di corsa - Bruno Solmi una vita per la Ferrari. I documenti, le fotografie e le testimonianze epistolari delineano la figura di un uomo con il quale sento di condividere, oltre che un’esperienza professionale, anche una passione. Scopro, così, un compagno di lavoro.
È Bruno Solmi, un collega lontano, ma che sento prossimo, vicino. Siamo vissuti in epoche diverse. Ma si tratta di un dettaglio trascurabile e insignificante. Ci uniscono e ci rendono complici le nostre storie professionali, che s’intersecano, e l’entusiasmo che anima la nostra attività. Ci accomuna, insomma, l’attrazione ammaliatrice per i motori. Ed è lì che entrambi giochiamo le nostre sfide quotidiane, misurandoci con le nostre forze.
A ciò si aggiunge l’orgoglio di appartenere ad una delle più grandi squadre automobilistiche del mondo: la Ferrari. Io, lui, noi siamo consapevoli di mettere le mani nel cuore delle macchine da corsa che sono diventate un simbolo identitario del nostro paese. Nessun italiano resta indifferente a una vittoria della Rossa. Quando la mitica Ferrari varca il traguardo, nel pubblico si risveglia uno spirito patriottico che attraversa la storia e che sorpassa le mode. Così il passato si fonde con il presente per costruire un nuovo futuro. Un futuro solido, grazie alle fondamenta costruite da uomini che, come Solmi, hanno dedicato la loro vita a una filosofia aziendale il cui obiettivo non è solo quello di salire sul podio, ma, anche e soprattutto, il benessere e la collaborazione tra le varie figure professionali: dai dirigenti agli operai, dai collaudatori ai piloti. Tutti noi, che lavoriamo in équipe
da anni, siamo consapevoli, infatti, che il requisito fondante del successo è il sentimento partecipato e condiviso ad un progetto, del quale ognuno è parimenti responsabile. È questa la molla che fa scattare il piacere e la dedizione per il lavoro.
Ho avuto la possibilità di percorrere centinaia di migliaia di chilometri su pista. Ho provato l’ebbrezza della corsa. Solmi, invece, ha lavorato sempre dietro alle quinte, lontano dagli applausi e dalle acclamazioni del pubblico. Il solo rombo dei motori era per lui il vero incentivo, che lo stimolava ad agire, a operare con intelligenza e con determinazione. E noi tutti sappiamo che il suo contributo, come quello di molti suoi colleghi, anche se non illuminato dalle luci dei riflettori, è stato determinante per i successi e le vittorie della Formula Uno di Maranello. Il destino di una gara infatti, è scritta nella potenza del motore, nella qualità dei pneumatici, nell’elasticità del volante, oltre che nell’indiscussa capacità tecnica del pilota. Sto maturando questa convinzione da quando mi occupo del collaudo: ogni intervento, ogni decisione è determinante al fine di creare le premesse e le condizioni meccaniche e strutturali sulle quali si fonda l’esito di una gara.
Abbandonare la pista non significa affatto smettere di correre e di gareggiare. L’acceleratore viene premuto al massimo dal collaudatore come dal pilota. Essi spingono insieme, all’unisono, per raggiungere le vette della performance. Una grande squadra come la Ferrari è, da sempre, consapevole dell’importanza dell’interazione tra le varie figure professionali. Qui non s’innalzano mai muri tra le varie mansioni, ma si costruiscono costantemente ponti e dialoghi. Sono proprio la condivisione e la partecipazione, oltre al riconoscimento di traguardi e di mete comuni, i veri collanti e i reali incentivi, che motivano ad agire con passione e con determinazione. Lo testimonia questo volume dedicato a Bruno Solmi. Io ho il privilegio di vivere, ora, la stessa atmosfera di gruppo che emerge dalla testimonianza del mio antico collega. Si tratta di un clima che induce, oggi come ieri, a inseguire e a perseguire, in pista e fuoripista, il mito della velocità. Ma la velocità, in un’ottica realistica e concreta, si genera sempre da un equilibrio di forze e da un’armonia non solo tecnica, ma, anche, umana e relazionale.

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